Il solstizio d'estate

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I riti pagani del solstizio d’estate e la festa di San Giovanni

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Il solstizio d’estate a Stonehenge

 

I riti pagani del solstizio d’estate e la festa di San Giovanni

 Il sole, per l'uomo principale fonte di vita, nel suo apparente cammino intorno ala terra sembra fermarsi ("sosta" del sole, di qui "solstizio") per alcuni giorni in un punto preciso, sorgendo e tramontando sempre nella stessa posizione, finché, il 24 giugno (e il 25 dicembre) ricomincia a sorgere, giorno dopo giorno sempre più a sud sull'orizzonte (a giugno) e sempre più a nord (a dicembre), determinando in maniera graduale l'allungarsi o l'accorciarsi delle giornate.

Fin dall'antichità gli uomini si erano resi conto di questi cambiamenti e li celebravano con diversi festeggiamenti. Così il cambio di direzione che il sole compie tra il 21 e il 22 giugno, riprendendo la sua corsa sull'orizzonte, era  salutato come l'inizio di un nuovo periodo di vita. Questo giorno, detto solstizio estivo, è ancora oggi ricordato e atteso, in quanto primo giorno d'estate. In realtà anche se noi crediamo che cominci l'estate, dopo il giorno più lungo che è rappresentato dal 21 giugno,  il sole comincia a calare, determinando l’accorciarsi graduale delle giornate.  Sarà all'altro solstizio, quello invernale, in cui, raggiunta la più lunga delle sue notti, le giornate cominceranno a riallungarsi gradualmente per lasciar posto all'estate.

I solstizi furono festeggiati un po’ ovunque, nell’antica Grecia, come nell’America precolombiana.

E la religione cristiana, conscia della portata di questi festeggiamenti, si preoccupò fin dai suoi inizi di acquisire quelle date sovrapponendovi le proprie solenni celebrazioni. E così come il solstizio invernale è stato sostituito dal Natale, quello d’estate dalla festa di San Giovanni che si celebra il 24 giugno.

Dunque ancora una volta una festa, originariamente pagana, diffusa in molte culture umane, poiché basata sull'osservazione antichissima del moto del sole, si è fusa con la tradizione cristiana, dando vita a tutta una serie di curiose ricorrenze a metà tra il sacro e il profano.

Nella festa di San Giovanni convergono infatti i riti indoeuropei e celtici esaltanti i poteri della luce e del fuoco, delle acque e della terra feconda di erbe, di messi e di fiori.
Tali riti antichi permangono, differenziandosi in varie forme, nell'arco di duemila anni, benché la Chiesa ostinatamente abbia tentato di sradicarli o almeno di assimilarli rendendoli meno incompatibili con la solennità cristiana.

Secondo le tradizioni italiane il 24 giugno è anche il giorno in cui le streghe si recano, in volo, verso il "Grande Noce di Benevento"; l'albero sul quale una dea lunare avrebbe sconfitto il diavolo, rimandandolo negli inferi, ed esistono tutta una serie di riti che consentono di evitare che nel loro lungo volo le streghe si fermino presso la dimora di qualcuno, riti connessi soprattutto all’uso di erbe magiche.

E nella notte di San Giovanni, in tutta Italia, le campagne e le città si riempivano di imponenti fuochi. Nei campi venivano accesi dei focolari propiziatori, per allontanare il maligno e proteggere i campi. Le fiamme erano tenute in vita fino all'alba, momento in cui si spegnevano per lasciar spazio al più importante dei fuochi: il sole.

Nel Nord Europa la festa si celebra ancora il 21 giugno e in tutte le campagne del Nord Europa l'attesa del sorgere del sole è propiziata dai falò accesi sulle colline e sui monti, poiché da sempre, con il fuoco, si mettono in fuga le tenebre e con esse gli spiriti maligni, le streghe e i demoni vaganti nel cielo. Attorno ai fuochi si danza e si canta, e nella notte magica sembra avvengano prodigi.

E parlando di tradizione nordica un cenno particolare meritano i riti che si svolgevano a Stonehenge e che negli ultimi anni hanno ripreso a svolgersi sull’onda del movimento “New Age” e del risorgente "druidismo".  

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Il solstizio d’estate a Stonehenge

Druidi che celebrano il solstizio d'estate

Stonehenge, il famoso sito megalitico che sorge al centro della piana di Salisbury, 130 chilometri a sudovest di Londra, comprende una costruzione formata da un cerchio di 30 monoliti alti quattro metri che racchiudono cinque triliti (sorta di altari a forma di pi greco) disposti a ferro di cavallo, costruita tra il 3000 e il 1600 a.C., forse come tempio sacro, forse come osservatorio astronomico.

Una teoria in voga tra i gruppi “New Age” sostiene che i monoliti furono innalzati seguendo l'allineamento dei primi raggi del sole che spunta il giorno del solstizio.

Secondo l'astronomo e scienziato Sir Norman Lockyer gli archi che compongono i vari cerchi concentrici sono rivolti verso il Sole e le costellazioni allo scopo di studiare gli spostamenti di questi astri in base alle ombre proiettate dalle pietre e a certi allineamenti tra il Sole e gli archi che si verificano in alcuni giorni dell'anno.
Secondo Gerald Hawkins, astronomo americano, Stonehenge altro non è che un gigantesco computer di pietra, che consente di effettuare complicati calcoli sul sorgere e tramontare del Sole, sui movimenti della Luna e sulle eclissi. Ma da dove popoli vissuti circa 5000 anni fa avrebbero derivato le conoscenze, indubbiamente assai approfondite, che avrebbero permesso una simile realizzazione resta avvolto nel mistero.

Nel corso dei secoli Stonehenge ha subito vari attacchi, non ultimo quello dei sacerdoti cristiani che vi vedevano una sorta di tempio del demonio. I monoliti, parzialmente distrutti, furono risistemati nel 1560 a.C. e, successivamente di nuovo abbattuti. Una  notizia riportata con scalpore qualche anno fa su diversi giornali sosteneva che dell’antico sito e dell’antica disposizione delle pietre non si può sapere nulla in quanto la costruzione come oggi la vediamo è opera di una ricostruzioni dei primi anni del secolo scorso e che pertanto tutte le teorie connesse al sito  non troverebbero alcun riscontro reale.

Quel che sembra certo è che qui i pagani hanno celebrato il solstizio d'estate per migliaia di anni, anche se non  si trattava dei Celti con i loro sacerdoti druidi, in quanto l’arrivo dei Celti nella zona risale al IV secolo a.C. e quindi non possono essere stati loro a realizzare il sito per qualsivoglia motivo (tempio solare, osservatorio astronomico o quant’altro) anche se le pietre circolari sono state testimoni di molte cerimonie druidiche dall’epoca dei Celti al XIX sec. (peraltro diversi ordini druidici esistono tutt’oggi e sembrano in ripresa anche sull’onda del movimento “New Age”) e del tradizionale "Festival di mezz'estate" la cui celebrazione era stata vietata nel 1986 dopo violenti scontri tra la polizia e i partecipanti, ma dal 1998 l’ English Heritage, proprietario del sito archeologico consente nuovamente l’accesso al pubblico il 21 giugno per assistere al sorgere del sole attraverso i blocchi monolitici del grandioso monumento preistorico. Stonehenge attrae circa 800.000 visitatori all’anno e nel giorno del Solstizio d’estate vi si riversano migliaia di persone.

Il paganesimo sembrerebbe in aumento nel Regno Unito dagli anni '50, in quanto è una religione che incontra le necessità moderne. Infatti le religioni tradizionali hanno così tante proibizioni, mentre il paganesimo porta un messaggio di liberazione: "se non danneggia nessuno, fa ciò che vuoi". Certamente il paganesimo non scatenerebbe guerre di religione. Tanti ambientalisti sono attratti dal paganesimo per la sua venerazione della natura, mentre il femminismo negli anni '80 ha avuto un effetto simile, con le donne attratte dalla figura della dea. Ed è dalla fine degli anni '80, con la diffusione della cultura  New Age, che Stonehenge viene visitata da seguaci di pseudo-culti pagani di tipo druidico.

La leggenda di Stonehenge

In una della prime opere dedicate a  Re Artù,  la “Vita Merlini" (circa 1140) di Geoffrey di Monmouth, si parla di un complesso circolare composto da enormi pietre, la Chorea Gigantum  ("Danza dei giganti") che si trovava in Africa, poi era stato portato in Irlanda da un popolo di giganti. Qui era stato sistemato sul "Monte Killarus", come monumento funebre per quattrocentosessanta nobili soldati di Aurelio Ambrosius uccisi dai Sassoni.
Re Uther Pendragon tentò di trasportarlo in Inghilterra, ma l'impresa era superiore alle sue forze, così dovette rivolgersi al mago Merlino. Questi, con l'aiuto degli angeli, lo trasferì nella piana di Salisbury, dove esiste tuttora con il nome di Stonehenge.

  Fonte: Enciclopedia dei misteri

 

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