Gli UFO nella storia e nell'arte

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Anche se  "l'esplosione" di segnalazioni di U.F.O. (Unidentified Flying Object) si ebbe a partire dall'anno 1947, data del primo caso archiviato riguardante l'avvistamento di dischi volanti da parte del pilota americano Kenneth Arnold, è ormai provato che questi oggetti, qualunque cosa essi siano, sono apparsi fin dall'antichità nei cieli del nostro pianeta. 

Peraltro l’avvistamento del 1947 sembra non essere nemmeno il primo della nostra era. Infatti nella primavera del 2000 il Centro Ufologico Italiano (CUN), durante alcune trasmissioni televisive (Finestre sul Tg3 e Speciale TG1) e nel corso di alcune conferenze stampa, ha  presentato numerosi documenti tesi a dimostrare che già nell’Italia fascista un gruppo di esperti era stato segretamente incaricato di studiare il fenomeno “UFO”. I documenti originali mostrati da Roberto Pinotti, presidente del CUN, dimostrerebbero che il primo “PRIMO TEAM UFOLOGICO GOVERNATIVO” della storia fu italiano e venne denominato RS/33. Dell’argomento si sono occupate negli ultimi anni diverse riviste, non solo ufologiche, e altre trasmissioni televisive come “Voyager” di Roberto Giacobbo.  

La commissione iniziò a operare nel 1933, fu voluta da Mussolini, ebbe sede presso l’Università “La Sapienza” di Roma ed a presiederla fu chiamato Guglielmo Marconi.

Secondo quanto ricostruito dal CUN, nel giugno 1933 un oggetto non identificato passò sui  cieli di Milano e si schiantò al suolo probabilmente in un area compresa tra  Varese, Sesto Calende e Vergiate. L'antesignano milanese degli Ufo preoccupò moltissimo l’OVRA (polizia politica del regime) e lo stesso Mussolini. Nel 1933 la Regia Aeronautica e l’aeronautica civile italiana erano tra le prime nel mondo, avendo conquistato numerosi primati e avendo all’attivo diverse trasvolate sull’Atlantico. Un oggetto volante di provenienza sconosciuta che arrivava nel mezzo della pianura padana, vicinissimo alle grandi fabbriche costruttrici di aerei, sembrava un attentato a quella supremazia. Le preoccupazioni nascevano dal fatto che Mussolini non associava le misteriose apparizioni con improbabili visite dallo spazio, ma con possibili incursioni di rivoluzionari aeromobili appartenenti a nazioni ostili. Ai vertici della Regia si era a conoscenza  che in Germania si stavano studiando alcuni rivoluzionari prototipi di velivoli, e fu facile pertanto pensare a qualche prototipo fuori controllo proveniente dalla vicina Germania. L’oggetto caduto, o ciò che ne rimaneva, venne forse nascosto nello stabilimento Siai Marchetti di Vergiate.

Quando fu informato dell’accaduto Mussolini ordinò all’agenzia di stampa Stefani e a tutti gli altri organi d’informazione (compreso l’osservatorio meteo di Brera) di bloccare immediatamente le notizie, pena il deferimento al tribunale per la sicurezza dello Stato, e di far accreditare la versione del fenomeno atmosferico. 

 

Ad ogni modo ormai è certo che misteriose apparizioni nel cielo sono avvenute in ogni epoca come testimoniano testi antichissimi e strani oggetti celesti rappresentati in tante opere pittoriche , più o meno famose, che si prestano, certo, a molteplici interpretazioni, ma che, viste con gli occhi di oggi, ricordano straordinariamente certe descrizioni contemporanee di "oggetti volanti non identificati".

 

"...il ventiduesimo giorno del terzo mese d'inverno, alla sesta ora del giorno gli Scribi, gli Archivisti e gli Annalisti della Casa della Vita si accorsero che un cerchio di fuoco ... (lacuna).  Dalla bocca emetteva un soffio pestifero, ma non aveva "testa", il suo corpo misurava una pertica per una pertica ed era silenzioso. Ed i cuori degli Scribi, degli Archivisti tutti furono atterriti e confusi ed essi si gettarono nella polvere col ventre a terra.... (lacuna) essi riferirono allora la cosa al Faraone. Sua Maestà ordinò di… (lacuna) è stato esaminato… (lacuna) ed egli stava meditando su ciò che era accaduto, che era registrato dai papiri della Casa della Vita. Ora, dopo che fu trascorso qualche giorno, ecco che queste cose divennero sempre più numerose nei cieli d'Egitto. Il loro splendore superava quello del sole ed essi andavano e venivano liberamente per i quattro angoli del cielo… (lacuna). Alta e sovrastante nel cielo era la stazione da cui andavano e venivano questi cerchi di fuoco. L'esercito del Faraone la osservò a lungo con lo stesso Re. Ciò accadde dopo cena. Di poi questi cerchi di fuoco salirono più che mai alti nel cielo e si diressero verso il Sud. Pesci ed uccelli caddero allora dal cielo. Grande fenomeno che mai a memoria d'uomo fu in questa terra osservato... (lacuna) ed il Faraone fece portare dell'incenso per rimettersi in pace con la Terra (lacuna) e quanto accadde il Faraone diede ordine di scriverlo e di conservarlo negli Annali della Casa della Vita, affinché fosse ricordato per sempre dai posteri..."

Questa la traduzione del papiro egizio, noto col nome di "Papiro Tulli", trovato nel 1934 nel negozio di un antiquario, in Egitto, dai fratelli professor Alberto Tulli (allora direttore del Pontificio Museo Egizio Vaticano) e monsignor Augusto Tulli e pubblicato per la prima volta nel 1956 dalla rivista ufologica inglese "Flying Saucers Uncensored" e poi dalla rivista "The Doubt", sempre inglese, e in Italia, nel gennaio 1964, dalla rivista "Clypeus". Il papiro narrava di una serie di avvistamenti di oggetti misteriosi nel cielo. Protagonisti della vicenda il Faraone Thuthmosis III (1504-1450 circa a.C.) e molti suoi sudditi.
Il papiro presentava cancellature anche nel documento originale, in punti nevralgici del testo, cancellature che sembravano volute, quasi a voler evitare che l'episodio fosse comprensibile.  

 

E in una  scena tratta dal  capitolo CX del Libro dei Morti, nella riproduzione del "Papiro di Torino", si possono osservare chiaramente in cielo tre corpi volanti di forma circolare. La descrizione della scena, che rappresenta una barca  con delle offerte, così conclude:” Io approdo al momento (...) sulla Terra, all'epoca stabilita, secondo tutti gli scritti della Terra, da quando la Terra è esistita e secondo quantoordinato da (...) venerabile.”

 

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Anche la Bibbia  sarebbe una fonte inesauribile di notizie in materia di avvistamenti ufologici. E, in particolare, il “libro di Ezechiele” sarebbe una lunga e dettagliata descrizione di un prolungato contatto con esseri extraterrestri. “Io guardavo, ed ecco un vento tempestoso avanzarsi dal settentrione, una grande nube che splendeva tutt'intorno, un fuoco da cui guizzavano bagliori, e nel centro come lo splendore dell'elettro in mezzo al fuoco.” (Ez.1, 4). “ …Le ruote avevano l’aspetto e la struttura come di topazio e tutt'e quattro avevano forma identica: apparivano, nella loro struttura, come se una ruota fosse in mezzo ad un’altra. (Ez. 1,16)  Così movendosi potevano andare verso quattro direzioni, senza voltarsi nei loro movimenti. (Ez.1,17) La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutt'e quattro erano pieni di occhi tutto all'intorno ... » ( Ez. l , 18).

E c'è chi ha notato una curiosa analogia tra quanto descritto nel succitato versetto 1,16 del libro di Ezechiele e na delle invenzioni di Leonardo da Vinci, riportata nel Codice Leicester, già "Codice Hammer", quella che viene considerata un "carroarmato", il cui modello è conservato presso l'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze. E senza dubbio l'ha notata anche Bill Gates, che ha acquistato il famoso Codice; ha infatti utilizzato l'immagine della macchina disegnata da Leonardo per la realizzazione di uno "screen saver", dove la macchina esce dalla pagina del Codice e... comincia a volare.  

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Nei testi sacri indiani sono descritti con dovizia di particolari (persino a livello di sistemi costruttivi e di allestimenti interni) dei carri volanti detti “vimana” che possono decollare in verticale e spostarsi a grande velocità, nel cielo, nello spazio, sul mare e sulla terra.

 

E nelle religioni di tutto il mondo le divinità arrivano dal cielo, spesso su "carri fiammeggianti", compiono azioni incomprensibili agli uomini ed infondono sapienza e buoni consigli.

Gli Assiro-Babilonesi adoravano “Oannes”, un dio metà uomo e metà pesce, con il corpo ricoperto di scaglie, che durante il giorno stava tra gli uomini ad insegnare loro l'agricoltura e le altre arti, mentre di notte si ritirava a dormire nel mare. Forse il lontano e deformato ricordo di uno spaziale-civilizzatore che di notte rientrava alla sua “astronave” parcheggiata sott'acqua?

Senofonte (430-355 a.C.) nell’Anabasi fa una classifica degli oggetti volanti avvistati in base alla loro forma; li descrive nelle forme a conchiglia, piatti, a campana, triangolari.

Alessandro Magno (356-323 a.C.) e il suo esercito paragonarono a grandi scudi di argento scintillante quella che potrebbe essere stata un incursione di UFO del 329 a.C., che sorprese l’esercito greco mentre attraversava il fiume Jaxartes, in India.

Cicerone (106- 43 a.C.) nel suo "De Divinatione ", parla di strani fenomeni celesti e in particolare di quando “...il sole splendette nella notte, con grandi rumori nel cielo e il cielo sembrava esplodere e stupefacenti sfere vi apparvero...” .

 

Tito Livio (59 a.C. – 17 d.C.), nella sua "Storia di Roma",  narra di oggetti a forma di scudi circolari che volano nel cielo e sono avvistati sopra molte città dell'Impero; aggiunge anche che il secondo re di Roma, Numa Pompilio, era stato testimone personale della caduta dal cielo di uno di questi "scudi volanti" e che lo avrebbe annoverato tra gli oggetti di culto delle pratiche religiose che stava promovendo.

Nel suo trattato di scienze naturali, Seneca (50 a.C. – 40 d.C.) racconta di inspiegabili "travi luminose" che comparivano all'improvviso nei cieli delle città antiche, spesso rimanevano immobili per giorni, per poi sparire all'improvviso, così come erano arrivate.


Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.) nelle "Historiae Naturales", descrive come “clipei ardentes” (scudi infuocati) certe strane apparizioni celesti.

E la cronaca di identici avvistamenti si trova anche nelle opere di Plutarco (45 – 125 d.C.), Eschilo (525 a. C. – 456 a.C.) e Valerio Massimo (I sec. d. C.).

E cosa si cela dietro la presunta visione dell’imperatore Costantino (le croci in cielo) che, di fatto, cambiò i connotati della storia?   

Giulio Ossequente, vero e proprio precursore dei "cronisti dell'insolito" dei tempi moderni, vissuto nel IV sec. d.C, che raccolse nel "De Prodigiis" tutti gli avvenimenti insoliti, i “ prodigi “, i fatti incredibili e straordinari che a memoria d'uomo si conoscevano in quel tempo, narra di avvistamenti, effettuati sia di giorno che di notte, riguardanti "scudi di fuoco", "torce", "più soli", più lune", "ruote luminose" "navi e armate celesti", "voci e suoni misteriosi", ecc., apparsi su Roma e su altri luoghi.  E una delle illustrazioni del "De Prodigiis"  rappresenta due Soli che sarebbero apparsi su Alba nel 204 a. C.

Nel 1290, un enorme oggetto circolare di colore argenteo sorvolò lentamente l'Abbazia benedettina di Amplefort, in Inghilterra, sotto gli occhi terrorizzati dei monaci che interruppero le loro preghiere, già iniziate nella cappella, per accorrere a vedere il prodigio.

E in un testo stampato a Basilea nell'anno 1557, "Prodigiorum ac Ostentorum Chronicon" di Corrado Lychostene, sono descritti avvistamenti di oggetti strani che solcavano il cielo nel Medio Evo e nel Rinascimento, tra cui il passaggio nel cielo d'Arabia, nell'anno 1479, di un oggetto definito "trave". Accanto alla notizia è stampato anche il disegno di tale " trave”, che sembra un moderno missile.

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Benvenuto Cellini (1500-1571) nella sua autobiografia descrive lo strano fenomeno di cui fu testimone lui stesso assieme a un suo compagno di viaggio. I due stavano ritornando da Roma, a cavallo, verso Firenze, quando giunsero su una collina da cui si vedeva la città. Poterono così vedere una enorme "trave luminosa" stagliarsi nel cielo sopra Firenze.


Gli abitanti di Norimberga, il 14 aprile 1561, furono testimoni di un fenomeno inspiegabile. Nel cielo della città comparvero numerosissimi oggetti cilindrici che rimasero immobili, in alto. Subito dopo, dall'interno degli oggetti cilindrici uscirono moltissimi altri oggetti, a forma di sfera e di disco, che si misero a compiere evoluzioni nel cielo.  

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Nel cielo di Basilea, in Svizzera, il 7 agosto 1566, apparvero numerosi oggetti di forma sferica e di colore chiaro e scuro. Gli oggetti si affrontarono in una specie di combattimento aereo, davanti agli abitanti della città che, con lo sguardo rivolto al cielo, osservavano la scena.

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Così è nata la clipeologia, un settore dell'ufologia che ricerca segni di eventuali manifestazioni UFO nel passato.  Il termine deriva da "clipeus", lo scudo rotondo dei guerrieri romani, e trova giustificazione nel fatto che gli antichi scrittori latini, come, ad esempio, Plinio il Vecchio e Tito Livio, descrissero come «clipei ardentes» (scudi infuocati) certe strane apparizioni celesti dell'epoca, apparizioni che gli antichi interpretavano come segni divini,  manifestazioni della collera degli dei, che doveva essere in qualche modo placata, e che oggi sono imputati a presunti viaggiatori extraterrestri o, addirittura, ai nostri discendenti che viaggerebbero  nel tempo ritornando in particolare sui luoghi ove sono avvenuti episodi clamorosi o comunque importanti per l’evoluzione storica.

Questo tipo di ricerca è stata introdotta dallo svizzero Erich Von Daeniken ed è stata portata avanti da ricercatori quali Kolosimo, Charrouz, Drake, Kazantsaev, Telarico. L'ala più moderata del movimento si limita a sostenere che i dischi volanti sono comparsi anche nel passato, forse per studiare la nostra evoluzione. Ma c'è chi arriva a sostenere che creature extraterrestri visitarono la Terra agli albori della civiltà umana, forse modificando l'uomo preistorico, o la scimmia, per trasformarlo in un essere intelligente (v. Zacharia Sitchin)

 

Rilevando come molte leggende e mitologie di popoli che hanno vissuto in luoghi diversi e magari in epoche diverse abbiano incredibili somiglianze che farebbero  pensare a radici comuni, a fatti di un remoto passato che poi, tramandati magari oralmente per secoli e secoli, sono stati adattati e modificati pur conservando comunque questa riconoscibilità, questi ricercatori sono arrivati alla conclusione che l'origine comune è nell'incontro con gli extraterrestri che ci avrebbero portato la civiltà.  In altre parole, i misteriosi dei altro non sarebbero che potentissimi extraterrestri a bordo di navi intergalattiche.

 

Altri ricercatori accreditano invece l'esistenza di una civiltà primigenia scomparsa per un cataclisma della quale saremo discendenti o con la quale i nostri antenati sarebbero venuti in contatto.   

 

Quanto all'accennata ipotesi degli UFO, come mezzi costruiti dai futuri abitanti della terra che tornerebbero indietro nel tempo forse per studiare dal vero la storia dell'umanità, si ricollega alla “la teoria dei molti mondi” proposta nel 1957 dal fisico Hugh Everett , per la quale  l'Universo si ramificherebbe in continuazione dando origine a mondi o realtà parallele, ma non coincidenti, in cui lo svolgersi delle cose non segue un'unica direzione. Ci sarebbe un numero infinito di universi paralleli. Il passato in cui si potrebbe viaggiare sarebbe differente da quello in cui si è vissuti e ciò eviterebbe il paradosso per il quale viaggiando nel passato qualcuno potrebbe uccidere i propri genitori prima di nascere e cessare così di esistere.

Ma gli esseri che guidano gli UFO potrebbero provenire da un universo “alternativo” al nostro e non necessariamente il loro passato sarebbe il nostro presente. Non esisterebbe un solo passato e un solo futuro, ma tanti “passati” e tanti “futuri” alternativi, un po' come descritto nel film Ritorno al futuro di Robert Zemetiks. Realtà di poco, oppure completamente diverse dalla nostra.

Si è parlato spesso anche dell'esistenza di luoghi dotati di un particolare campo magnetico che favorirebbe il salto da un universo all'altro, le cosiddette “finestre ufologiche”: zone dove si perdono le tracce degli aerei e delle navi oppure dove avvengono strani avvistamenti (es. il triangolo delle Bermuda). Questi luoghi potrebbero essere corridoi tra la nostra realtà è un'altra dimensione. Mondi differenti che, per ragioni a noi sconosciute, ogni tanto si incontrano (o si scontrano) con il nostro, generando un limbo spazio-temporale.

 

 

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