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POLITICA E SOCIETA'

Immagini della guerra in Iraq

Le manifestazioni per la pace

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Immagini di guerra

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La caduta di Bagdad

Tutti gli articoli sulla guerra in Iraq sul blog "Liberamente"

 

Filoamericanismo

Non se ne può più di questi filoamericani per i quali ogni minima critica alla politica di Bush è un grave atto di ingratitudine e un attentato alla democrazia occidentale. 

Ci sono paesi, come la Francia, con un forte senso della dignità nazionale e altri come purtroppo l'Italia che non ce l'hanno.  

I primi hanno ovviamente anche una politica estera autonoma, i secondi no e, pertanto, ritengono molto grave che i primi ce l'abbiano.

Ma a proposito della "crisi USA-Francia" invito a leggere l'articolo sotto riportato a firma di Michele Serra,  uscito su "La Repubblica" del 21.2.2003:

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Globalizzazione

Magia e mercato

Articolo tratto dalla rivista columbiana Nùmero del dicembre 2002:

"Il mito congela la storia, dandoci l’impressione dell’eternità del presente e impedendo la comprensione dei processi. Con la globalizzazione sono nati nuovi miti, celebrati quotidianamente su scala mondiale. Il mercato è uno di questi: “Lo trattiamo come un’entità reale, dotata di vita propria, capace persino di reazioni umane”, sostiene l’antropologo brasiliano Renato Ortiz.

Il mercato ha alcuni attributi della divinità: si trova in ogni luogo, e anche negli angoli più poveri del pianeta, come l’Africa nera, la sua presenza è desiderata e la sua assenza lamentata. I miti, però, sono misteriosi e la loro complessa struttura non si rivela ai comuni mortali: gli economisti, sacerdoti-stregoni moderni, hanno il compito di interpretare e svelare l’occulto. La scienza economica, come ogni religione, ha bisogno di una casta che interpreti la volontà divina. Spiega Ortiz: “La magia è un atto tecnico e utilitario. Si tratta di decifrare il mondo degli spiriti con lo scopo di ottenere un risultato. Un esito sbagliato rafforza la credibilità della pratica magica”.

L’occultismo economico funziona nello stesso modo: più falliscono i piani proposti dagli specialisti ai governi, più aumenta la loro capacità di attrazione. Una logica infallibile che alimenta la nuova mitologia planetaria.

Mafia e potere politico - La condanna di Andreotti

I rapporti tra la mafia ed il potere politico non sono certo un'invenzione di una magistratura impazzita, ma storia documentata e dimostrata dai fatti. 

C'è anche chi ha voluto trovare delle giustificazioni a questi rapporti innegabili. In  un articolo del Corriere della Sera del 19 novembre si legge che Giuseppe Alessi, storico e fondatore della DC siciliana, avrebbe detto: "Dovevamo fermare il comunismo a qualsiasi costo...... Nell'immediato dopoguerra era meglio governare con i mafiosi piuttosto che consegnare il paese ai comunisti di Stalin." Ottima giustificazione, solo che mentre il pericolo di Stalin era per lo meno assai aleatorio, se non inesistente, perché gli USA l'avrebbero scongiurato ad ogni costo, la collusione con la mafia fu reale.

E non è certo un'invenzione che i proconsoli della corrente andreottiana in Sicilia, a cominciare da Salvo Lima, fossero esponenti della mafia o collusi con la stessa. 

Ed è storia nota che le amicizie di Andreotti fossero quantomeno discutibili, seppur non credo che abbia baciato pubblicamente Riina,  anche se nell'immediato dopoguerra aveva abbracciato Rodolfo Graziani, non mafioso, ma ex-generale di Salò. E Amerigo Petrucci, che fu sindaco di Roma e finì in galera per una storia di mazzette, apparteneva alla sua corrente.

E anche quando Andreotti era intoccabile ci furono decine di richieste di autorizzazioni a procedere sempre negate dalle Camere.

Sembra che De Gasperi abbia detto di lui "E' così capace a fare tutto che è capace di fare di tutto." 

E non è stato luogo comune per anni, almeno negli ambienti della sinistra, sostenere che Andreotti fosse implicato in tutte le irrisolte vicende, in tutti i misteri, della nostra storia dal dopoguerra agli anni 90, tanto da meritarsi il soprannome Belzebù? 

Ma dopo la condanna per l'omicidio Pecorelli, tutto il mondo politico, dalla destra alla sinistra, con la sola eccezione di Bossi, è insorto contro una sentenza tanto aberrante e ha fatto la fila per esprimere la propria solidarietà ad Andreotti. Persino il Presidente della Repubblica ha ritenuto di dover esprimere profondo turbamento, e forse non era il caso, perché il ruolo che ricopre non gli dovrebbe consentire di esprimere turbamenti nei confronti dell'esito di un processo.

Berlusconi, ha detto, e non gli è parso vero, che la sentenza contro Andreotti è il teorema giudiziario di magistrati che vogliono cambiare il corso della politica democratica.  

Tutti hanno ritenuto di dover tuonare contro la magistratura  chiedendo a gran voce la riforma della giustizia in un afflato "bipartisan" che non si vedeva da tempo. E se non si può negare che l'Italia ha bisogno di un processo di modernizzazione in tutti i campi, compresa la giustizia, è sospetto che di questo processo si senta la massima necessità di fronte a sentenze che non piacciono al mondo della politica. 

Con questo non si vuole negare che la magistratura commetta errori, anche gravi, e, francamente, la recente incriminazione dei venti "no global" di Cosenza per associazione sovversiva, mi sembra quanto meno esagerata, perché un conto è il vandalismo e un conto l'attentato all'ordinamento dello Stato.

Ritornando alla condanna di Andreotti ritengo dover sottolineare che occorre distinguere tra il giudizio morale e politico sull'operato di una persona e di una classe politica che, ritengo, meritino la condanna, e il giudizio penale che è tutt'altra cosa e deve basarsi su fatti dimostrati e incontrovertibili. 

Tuttavia ritengo anche che non sia ammissibile tranciare giudizi su una sentenza di cui non si conoscono ancora le motivazioni. 

E la classe politica non può esprimersi così solo perché non riesce a inquadrare i provvedimenti dell'autorità giudiziaria in ambito politico.  L'autonomia e l'indipendenza della magistratura sono ancora garantite dalla Costituzione. 

Attendiamo dunque le motivazioni.

E' certo che se la sentenza risultasse viziata, la magistratura avrebbe commesso un grave errore, confondendo giudizi che stanno su piani diversi, ma è altresì certo che, anche in tal caso, resterebbe di per sé grave e inquietante il fatto che possa essere stato coinvolto in un processo per omicidio e associato a mafiosi come Badalamenti chi è stato sette volte presidente del consiglio.

Il Papa a Montecitorio

Il 15 novembre il Papa è stato ricevuto a Montecitorio, non come capo di Stato, ma come capo della religione cattolica, di fronte alle Camere riunite in seduta congiunta, alla presenza del Presidente della Repubblica e delle massime autorità dello Stato. 

Personalmente, anche se non professo alcuna fede, ho il massimo rispetto per tutte le religioni e per chi le professa, sempre che in loro nome non venga messa a repentaglio la vita e la libertà altrui,con guerre, terrorismo e inquisizioni.

Mi domando tuttavia se questa imponente cerimonia non adombri il desiderio di un ritorno alla religione di stato.  

L'Occidente e l'Islam

E' indubbio che nessuno dei paesi dell'area islamica ha un governo democratico.

E' innegabile che fondamentalismi e integralismi religiosi sono delle aberrrazioni e che i regimi teocratici non possono che essere dittatoriali.

E benché non si possa negare che tutte le religioni monoteiste, pertanto anche la cristiana, si siano macchiate di orribili delitti, nell'arco della loro storia, nei confronti di singoli e di popoli interi, oggi  solo l'Islam inneggia alla guerra di religione, emette sentenze di morte contro chi contravviene ai cosiddetti precetti della religione e della morale islamica, impone il terrore dei "kamikaze", fanatici pronti a morire pur di annientarci, dichiara la volontà di distruggere l'occidente per dominare il mondo assoggettandolo ai retrivi precetti di una religione medioevale.

Non si può tuttavia negare che anche l'Occidente ha le sue colpe, e che è in parte responsabile del dilagare del fondamentalismo islamico.

Infatti occorre riconoscere che non è stato fatto molto da parte dell'Occidente, e soprattutto degli Stati Uniti che si sono sempre schierati a fianco degli israeliani, per risolvere la questione Palestinese che è stata innegabilmente un detonatore del fondamentalismo.

Ed è innegabile che i Palestinesi sono stati cacciati dalle loro terre e dalle loro case per restituire una patria ai discendenti di coloro che non abitavano più in quei luoghi da circa duemila anni.

Altre questioni sono nate negli ultimi anni in seguito al disgregarsi dell'impero sovietico, dalle lotte nazionalistiche delle varie etnie nella ex-Yugoslavia, ai nazionalismi caucasici. 

Gli Stati Uniti hanno armato, preparato e finanziato terroristi islamici in funzione antisovietica e poi se li sono ritrovati in casa a dare l'assalto ai simboli del loro potere economico, civile e militare.

Tuttavia, una volta ammesse le nostre colpe in quanto occidentali, ora che il disastro si è compiuto, di fronte alle continue minacce del terrorismo, non possiamo che difenderci e difendere la nostra cultura, la nostra civiltà, la nostra democrazia, che non è certo priva di difetti, ma che è pur sempre meglio delle loro dittature teocratiche.

Mosca -Teatro Dubrovka

Al di là di qualsiasi altra considerazione sui fatti di Mosca, mi è sembrata paradossale la presenza, nel gruppo terroristico che ha dato l'assalto al teatro Dubrovka, di donne che, avvolte nei loro veli neri e imbottite di esplosivo, dichiaravano di essere pronte a morire per uccidere centinaia di infedeli e quindi per il trionfo di una religione che  le vuole schiave.

Donne e integralismo islamico

In Afghanistan le esecuzioni che contraddistinguevano il regime talebano sono finite, ma la legge islamica e le rigide tradizioni culturali continuano a sussistere. Il Paese si basa ancora sulla legge islamica che risale al VII secolo.
Il governo temporaneo di Hamid Karzai, sostenuto dagli Stati Uniti, afferma di voler mantenere in vigore queste leggi, anche se intende applicarle senza la rigidità adottata dai talebani. Le leggi islamiche riconoscono alla donna il diritto di rifiutare il marito scelto dalla famiglia, ma prevedono punizioni severe per le relazioni sessuali al di fuori del matrimonio.

Se vuoi maggiori notizie sulla situazione delle donne in Afghanistan, "clicca" sul "banner" di "Rawa": 

"Rawa" è un'associazione indipendente di donne afghane che lottano per i diritti umani e la giustizia sociale.

In un altro paese islamico, la Nigeria, ancora una volta una donna,Amina Lawal, è stata condannata alla lapidazione per adulterio. Forse l'esecuzione non avverrà. Infatti il presidente nigeriano, a seguito delle proteste mondiali, ha ritenuto opportuno comunicare che sia lei che una coppia di adulteri potranno appellarsi contro la sentenza (bontà loro!). Ma quanti sono i casi simili che non conosciamo, che non vengono portati all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale?   

Certo anche il fondamentalismo cristiano e l'ortodossia ebraica non sono esenti dalla misoginia.

Tuttavia oggi in Occidente non si bruciano più le streghe.

Gli islamici invece continuano a governare secondo i dettami di una barbara teocrazia.

L'Occidente può continuare a tollerare questo stato di cose, limitandosi a qualche guerra non risolutiva,che si traduce in vittime civili e mantenimento al loro posto dei dittatori?

Potrebbero l'opinione pubblica occidentale e il mondo della cultura far sentire più alta la propria voce di condanna nei confronti di tali barbarie?

L'Impero Americano, l'Irak e l' Europa

Premesso che il mondo occidentale deve difendersi dall'integralismo islamico,sono del parere che la difesa dei propri valori e della propria civiltà non abbia niente a che vedere con la guerra all'Irak di Saddam Hussein, voluta da Bush e dal suo "entourage", peraltro una guerra già in corso, perché azioni americane e inglesi entro i confini dell'Irak sono all'ordine del giorno, anche se non se ne parla.

Ma la versione ufficiale sull'Iraq non ha mai avuto senso. La connessione che l'amministrazione Bush ha cercato di creare tra l'Iraq ed al-Qaeda è sempre apparsa artificiosa e discutibile.

I paragoni tra Saddam Hussein e Hitler sono assurdi.  Saddam è solo uno dei tanti dittatori del mondo islamico e l'Irak non è peggio dell'Arabia Saudita,che ha certamente finanziato e sostenuto "Al Quaeda" , e che non è certo un paese democratico, ma un paese feudale governato da una sola famiglia.  Inoltre l'integralismo islamico è ormai dilagato anche in paesi assai lontani dal Medio Oriente. Pertanto non si tratta di fare la guerra contro un paese ed il suo dittatore. Quello che dobbiamo combattere è qualcosa di ben più ampio che non corrisponde a niente di quanto storicamente conosciuto, se non si risale alle Crociate, nelle quali peraltro gli invasori erano i cristiani.

Invece le vere motivazioni dell'intervento in Iraq sono altre: il petrolio e  la supremazia mondiale degli Stati Uniti. 

In un momento in cui la produzione interna petrolifera degli Stati Uniti è in calo mentre la domanda cresce di giorno in giorno, gli Usa dipendono sempre di più dai maggiori produttori stranieri come l'Iraq o l'Arabia Saudita. Devono pertanto convincere i paesi del Golfo ad aumentare la loro produzione di petrolio ed esportarla negli Stati Uniti: quale maniera più rapida ed efficace a questo proposito che la guerra, per poi trattare con i paesi messi in ginocchio?

Infine c'è la volontà di sancire la posizione ufficiale degli Stati Uniti come impero globale che si appropria della responsabilità e dell'autorità esclusiva di polizia planetaria. Sarebbe il culmine di un piano portato avanti da coloro che credono che gli Stati Uniti debbano cogliere l'opportunità per la dominazione globale.

Tra gli architetti di questo Impero Americano c'è un gruppo di personaggi che detengono posizioni di primo piano nel governo Bush. Costoro immaginano la creazione e l'imposizione di quella che definiscono una "Pax Americana" mondiale.

Nel documento sulla "Strategia nazionale di sicurezza" presentato da Washington il 20 settembre scorso si trova questo passaggio: "L'umanità ha nelle sue mani l'occasione di assicurare il trionfo della libertà sui suoi nemici. Gli Stati Uniti sono fieri della responsabilità che incombe loro di condurre questa importante missione."

Si può ben dire che per ritrovare nel mondo uno strapotere così grande di un'unica super potenza bisogna risalire all'Impero Romano di cui per diversi aspetti gli Stati Uniti si possono considerare gli eredi.   

Ovunque nel mondo si vedono i simboli del potere economico americano, come duemila anni fa si trovavano i simboli romani, come i romani gli americani sono stati capaci di assimilare popoli diversi e di imporre il proprio stile di vita, i propri modelli culturali, persino le proprie e le proprie idiosincrasie, come quella per il fumo, l'inglese di oggi ha la stessa funzione del latino duemila anni fa. Caratteristiche comuni alle due superpotenze, tra cui passano duemila anni storia, la propaganda e l'efficienza dell'esercito.     

Ma se gli Stati Uniti ritengono di essere il gendarme del mondo, se si sono attribuiti da soli un compito, anzi una missione, se ritengono di poter decidere solo loro quando, come e contro chi si fa la guerra, ordinando agli altri paesi dell'occidente di allinearsi, allora la guerra se la facciano da soli.

Di fronte all'arroganza americana, diventa sempre più improrogabile per l'Europa assumere quel ruolo politico, morale e anche militare che le spetta,non fosse altro che per i suoi tremila anni di storia, di cultura e di civiltà.   

Mi sembra che negli ultimi tempi qualcosa si stia movendo in questo senso. Basti pensare alle posizioni della Francia e della Germania.

E l'Italia? Berlusconi, non diversamente dalla maggioranza dei suoi predecessori si atteggia a miglior alleato degli USA,anche se ultimamente con qualche lieve ripensamento. Non parlo del  centro-sinistra, ammesso che esista ancora, perché cosa ci si può aspettare da un raggruppamento variegato di piante, fiori, "et similia", privo da anni di una "leadership" e di una politica, che ha dimostrato tutta la sua incapacità a divenire forza progressista, laica, democratica, per indulgere invece ai rigurgiti delle anacronistiche  ideologie catto-comuniste  e ai patetici girotondi dei Pancho Pardi e dei Moretti? 

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AMBIENTE

Disastri ambientali

Nello scorso mese di agosto è apparsa sui giornali la notizia che una grande nuvola gialla si estende in tutto l’oriente dove sono state trasferite  le industrie più sporche, complici i governi e le dittature asiatiche  pronti a tutto pur di attirare gli investimenti stranieri. Se ne è parlato per qualche giorno, forse perché si è temuto che la nube non avesse il buon gusto di rimanere a impestare l’Asia e rischiasse di avvicinarsi a noi. 

Poi c'è stato il vertice di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile che si è risolto in un nulla di fatto, soprattutto per la chiusura al negoziato internazionale da parte degli Stati Uniti che rifiutano "in toto" il modello di sviluppo sostenibile e per la debolezza e miopia degli altri stati.

Il miglior scenario ipotizzabile dovrebbe vedere l 'Unione Europea assumere la leadership mondiale sulle questioni ambientali, ma non sarà facile, perché anche all'interno dell'Unione esistono resistenze al cambiamento che il nuovo modello energetico comporta.  

Se sei interessato ai problemi dell'ambiente collegati al sito del WWF "cliccando" qui sotto:

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